L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia che sta trasformando radicalmente l'interazione uomo-macchina penetrando in innumerevoli ambiti, dalla vita quotidiana a quella aziendale. L’Intelligenza Artificiale, chiamata anche "rivoluzione silente", affonda le radici nel secolo scorso con pionieri dell’informatica come Alan Turing, ed ha attraversato nel tempo periodi di entusiasmo e delusione (i cosiddetti "inverni dell'AI").
Dai primi anni ‘2000 con tecnologie come big data e machine learning, dopo aver guidato la quarta rivoluzione industriale, oggi è al centro dell'Industria 5.0, dimostrando capacità come ragionamento, apprendimento e creatività sempre più performanti.
Cosa significa per un’azienda l’Intelligenza artificiale?
Negli ultimi anni, il processo di digitalizzazione aziendale si è velocizzato in modo esponenziale, portando cambiamenti radicali e diverse sfide che un’azienda deve essere pronta ad affrontare con consapevolezza. Alti costi iniziali e mancanza di competenze tecniche, reticenza dei dipendenti, difficoltà nella gestione dei dati, un’elevata complessità tecnologica e l'incertezza sul ritorno degli investimenti sono sicuramente dei deterrenti per le PMI che si trovano a valutare l’introduzione dell’AI e dei software di Intelligenza Artificiale.
Per quanto sia grande lo scoglio iniziale, però, i benefici sono diversi e portano a un miglioramento dell'efficienza operativa con una netta riduzione dei costi, con effetti positivi sulla performance generale. In questa fase di transizione, la sfida per le PMI italiane è di sfruttare al meglio le potenzialità dell'AI, della robotica e dell'automazione.
Pmi italiane e intelligenza artificiale: a che punto siamo?
Nonostante il ritardo nell'adozione delle tecnologie digitali, l’Italia è all’undicesimo posto della classifica dell’innovazione aziendale, sul totale dei 27 paesi dell’Unione Europea.
Un dato tutto sommato buono, ma c’è ancora molto da fare: le competenze digitali nel complesso sono carenti. Secondo il rapporto "Imprese e ICT 2023" dell'Istat, tra le PMI italiane (10-249 dipendenti) solo il 4% ha un'intensità digitale molto elevata, mentre il 42% è a livelli molto bassi. Tuttavia, sono tra le migliori in Europa per cloud computing (61,4% contro 45,2% in UE) e fatturazione elettronica (97,5% contro 38,6% in UE).
Solo il 5% delle imprese italiane usa l'AI, rispetto all'8% dell’Unione Europea. Le grandi imprese italiane usano l'AI molto più delle PMI (30% vs. 7%), segno di un’evidente diffidenza, ma non solo: tra le imprese che non utilizzano ancora l’AI, gli ostacoli principali che rallentano la transizione sono la mancanza di competenze in materia, i costi di adeguamento elevati e la qualità dei dati.
Nel 2023, le PMI italiane mostravano più lacune rispetto alle grandi aziende in attività come l'analisi dei dati (25,7% vs. 74,1%) e l'uso di software gestionali (software ERP: 41,4% vs. 85,0%, software CRM 18,5% vs. 53,4%). Anche l'uso dei social media (28,0% vs. 55,0%) e dei servizi cloud avanzati (54,6% vs. 80,1%) evidenzia queste differenze.