Imprese, famiglie, Comuni: l’aumento dei prezzi dell’energia, quasi triplicati negli ultimi mesi, non ha risparmiato davvero nessuno. E sono tante le amministrazioni locali che in questo periodo denunciano la mancanza di risorse, rivedono bilanci e provano a tagliare i costi, risparmiando sui consumi. Ci sono scelte drastiche, come quella di spegnere l’illuminazione pubblica dalle 23.30 alle 5.30 ogni giorno (attuata fra gli altri dal comune di Russi, RA). O di rinunciare alle luminarie natalizie per dirottare il budget risparmiato a case di riposo, scuole e strade (comune di Serina, BG). Ma ci sono anche piani di intervento più morbidi, con l’attuazione di “vademecum di buon senso”, in cui si invitano cittadini ed esercizi pubblici e commerciali ad attivarsi in vario modo per ridurre il dispendio energetico degli ambienti (come hanno fatto i Comuni di Milano, Vercelli etc.).
Ma tutto questo è sufficiente a rispondere a una situazione di emergenza che oramai non riguarda più solo l’energia, ma anche il clima e l’ambiente? Se la risposta è correre ai ripari nel momento della necessità, certo che no. Per questo le istituzioni stanno attivando strumenti a supporto di interventi concreti per una transizione energetica ed ecologica a lungo termine.
Il ruolo della Pubblica amministrazione
Bandi e avvisi ministeriali sono strumenti preziosi per il sostegno alla PA nella transizione energetica. Proprio la Pubblica Amministrazione, per mandato europeo, ha l’obbligo di assumere un comportamento esemplare attraverso la riduzione dei propri consumi energetici. E già dispone di ottimi strumenti per farlo, come ad esempio i Piani d’azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc), e i Contratti di servizio energia.
Avvisi come quello pubblicato a fine ottobre - Avviso C.S.E. 2022 - Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza energetica | Ministero della Transizione Ecologica. Le agevolazioni previste dal bando ministeriale - i cui contributi saranno assegnati fino ad esaurimento delle risorse e comunque non oltre il 28 febbraio 2023 - sono concesse nella forma di contributo a fondo perduto pari al 100% dei costi ammissibili.
Il bando è uno dei molti prontamente segnalati dal nostro One PA, la soluzione digitale di riferimento Wolters Kluwer per la Pubblica Amministrazione, che, tra i vari e numerosi servizi, offre un aggiornamento costante, gli approfondimenti, gli strumenti operativi utili per lavorare in sicurezza.
Gli impianti a energie rinnovabili nei Comuni italiani
In una logica di decarbonizzazione ed efficientamento ecologico, quanto dell'energia elettrica consumata dai comuni è coperta per esempio dalla produzione degli impianti fotovoltaici presenti sul loro stesso territorio? Secondo i dati raccolti dall’ISTAT del 2020, il dato medio tra i 107 comuni capoluogo si attesta al 5%, ma con una forbice molto ampia tra la media dei comuni capoluogo di provincia (8%) e dei capoluoghi di città metropolitana (1,6%). Le città che più si avvicinano alla soglia sono Catania (4,7%) e Bari (4,2%). Milano, Genova, Firenze e Napoli non arrivano neppure all'1%.
Stando a un dossier di Legambiente, in Italia sono presenti almeno 1.350.000 milioni di impianti da fonti rinnovabili, distribuiti in tutti i Comuni italiani per una potenza complessiva di 60,8 GW: il contributo complessivo delle fonti rinnovabili al sistema elettrico italiano è stato di 115,7 TWh nel 2021, con un incremento di 1,6% circa rispetto al 2020. Una tendenza che per Legambiente rimane molto al di sotto di quelli che dovrebbero essere gli obiettivi annuali.
Dall’altra parte, però, anche grazie alle risorse del Pnrr e dei Fondi Strutturali, crescono le Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer), regolamentate per la prima volta in Italia lo scorso anno: persone fisiche, attività commerciali, PMI non energetiche e amministrazione locali si uniscono in associazione per dotarsi di un impianto per la produzione e la condivisione dei kilowattora da fonti rinnovabili, con notevoli benefici ambientali, economici e sociali. Sono 100 quelle registrate da Legambiente fino a maggio di quest’anno, tra realtà effettivamente operative (35), in progetto (41) o che muovono i primi passi verso la loro costituzione (24). L’ultima arrivata, Alghero, ha approvato alcune settimane fa la costituzione di Cer sul territorio comunale.
In attesa di accrescere la produzione di energia da fonti rinnovabili, però, il rinnovamento dei vecchi impianti sembra essere la strada principale per scongiurare ulteriori rincari. Come hanno fatto in tempi non sospetti ad Abano Terme (PD), dove la sostituzione a led dei lampioni cittadini ha permesso oggi un risparmio di circa due milioni di euro. O a Merano, che grazie a interventi già previsti di bilanciamento e ottimizzazione degli impianti termici, stima di poter ridurre i costi in bolletta fino al 30%.