Di seguito parliamo con Janet LeVee, Vice President e Associate General Counsel di Wolters Kluwer Legal & Regulatory, dove da 15 anni esercita come consulente legale.
Janet LeVee: GenAI tra valore e minaccia
Di seguito parliamo con Janet LeVee, Vice President e Associate General Counsel di Wolters Kluwer Legal & Regulatory, dove da 15 anni esercita come consulente legale.
Secondo lei, qual è l'area in cui la GenAI/ChatGPT genereranno il principale valore, o impatto, per gli avvocati? E quale l'area in cui si osserva la principale minaccia/preoccupazione?
Credo che l'Ai generativa produrrà molto valore se combinata a competenze professionali affidabili. Nel caso degli avvocati questo implica fare leva sull’AI generativa per gestire e filtrare grandi volumi di informazioni. Quello che mi preoccupa sono le possibili ripercussioni negative sulla formazione degli avvocati. Gli avvocati devono continuare a sviluppare le proprie abilità e competenze. A livello di professione legale dobbiamo accogliere le nuove tecnologie, garantendo al contempo di non compromettere la formazione e lo sviluppo.
Quali misure consiglia di adottare ai professionisti del settore legale per rafforzare le relazioni tra cliente e studio legale?
Per rafforzare la relazione tra cliente e studio legale devono focalizzarsi sugli aspetti basilari. Ci aspettiamo che gli studi esterni offrano servizi legali di alta qualità e price-sensitive, ma esorterei gli studi a focalizzarsi anche sulla costruzione di rapporti che non siano basati sull’ora fatturabile. Devono investire nella tecnologia, ma al contempo devono anche investire il loro tempo per comprendere le attività dei clienti. Devono poi sfruttare quello che hanno imparato per lavorare direttamente insieme ai clienti e approfondire le aree del diritto e i rischi che impattano le loro attività.
Un contesto di lavoro ibrido implica meno tempo per i professionisti più giovani a diretto contatto con i Senior Executive in ufficio, con possibili conseguenze su percorsi e opportunità professionali. Qual è la sua opinione?
I contesti di lavoro ibrido avranno un impatto negativo sullo sviluppo della formazione degli avvocati che, a sua volta, potrebbe ripercuotersi in modo sfavorevole sulla qualità dei servizi legali e, in particolare per gli studi legali, sulla redditività. L’affermarsi dell’AI potrebbe gravare ulteriormente sulla formazione degli avvocati sostituendosi in alcuni compiti tradizionalmente svolti da professionisti giovani agli inizi della loro carriera. Un solido mentoring, a mio avviso, mitigherebbe in maniera efficace la sfida legata alla formazione.
A livello di professione legale dobbiamo incentivare gli avvocati esperti a fare mentoring e a formare i neoavvocati o gli avvocati di medio livello, sia di persona che in modalità digitale.
Gli avvocati inesperti devono cercare opportunità per collaborare con avvocati esperti. A volte le opportunità migliori si presentano perché ci si trova nel posto giusto al momento giusto, il che è molto più probabile che accada di persona in ufficio piuttosto che lavorando in remoto da casa.