Secondo lei le aspettative digitali dei clienti stanno aumentando? In caso affermativo, in che modo ritiene che per gli studi legali possa rappresentare una sfida o un’opportunità, o entrambe?
Dato che i clienti stessi sono più che mai digitalmente competenti non possono far altro che aspettarsi lo stesso dai loro studi legali. Nel soddisfare queste aspettative la sfida maggiore che gli studi legali incontrano è colmare la loro mancanza di preparazione. Gli studi che non hanno adottato e integrato accuratamente la tecnologia affronteranno costi di adozione superiori, problematiche potenzialmente dirompenti legate all’integrazione, ostacoli in termini di formazione e una resistenza culturale da parte degli avvocati e del personale. Gli studi che sono già digitalmente competenti o che hanno superato queste sfide avranno invece opportunità interessanti. Gli studi tecnologicamente competenti sono in grado di servire i clienti al meglio, spingere la redditività in modo ottimale, comprendere maggiormente i loro punti di forza e le loro debolezze, sostenere in modo adeguato l’efficienza operativa e, a fronte di tutto questo, avere una posizione migliore per assicurarsi un vantaggio competitivo.
Secondo lei i modelli di business degli studi legali cambieranno a fronte di tecnologie quali la GenAI?
Se c’è qualcosa che la GenAI è stata in grado di creare è la speculazione sulla scomparsa del concetto di “ora fatturabile”. Sebbene la notizia della scomparsa dell’ora fatturabile possa essere una vera e propria esagerazione, come avrebbe detto Mark Twain, è inevitabile che la GenAI ridefinisca profondamente i modelli di business degli studi legali. Considerando che l’AI gestirà un numero maggiore di compiti di routine rispetto ai professionisti e semplificherà quelli più complessi, un numero superiore di studi legali passerà dalla fatturazione a ore a modelli alternativi quali tariffe fisse, servizi in abbonamento o fatturazione basata sul valore. La GenAI può inoltre contribuire a ridurre le spese generali e l’organico degli studi, permettendo loro di offrire un pricing più competitivo, e generando nei clienti le relative aspettative.
Quali sono secondo lei le sfide che i professionisti del settore legale incontreranno adottando la GenAI per il loro lavoro legale?
La sola grande sfida che gli avvocati affrontano nell’adozione della GenAI è la paura, una paura dettata dalla mancanza di conoscenza. Temono che l’AI possa mettere a repentaglio i loro posti di lavoro, sia troppo complessa da imparare, possa troppo facilmente generare risultati inaccurati o possa ostacolarli nel rispettare i requisiti etici. I leader degli studi legali hanno un ruolo decisivo nell’aiutare a superare queste paure. Non solo devono dare l’esempio, ma devono anche farsi promotori di programmi volti a educare e formare in ambito AI, istituire progetti pilota per consentire agli avvocati di provare l’AI e condividere le storie di successo a testimonianza del valore della tecnologia. Come per qualsiasi altra tecnologia l’adozione inizia dall’alto, con una visione e una strategia ben definite.
Crede plausibile che la GenAI riduca il bisogno di personale che esercita la professione legale?
La GenAI non ridurrà tanto il bisogno di personale che esercita la professione legale, ma piuttosto ridefinirà il tipo di personale necessario. Indubbiamente l’AI ridurrà la necessità di personale preposto alla gestione del lavoro di routine, come ad esempio la revisione dei documenti, la revisione di due diligence e la redazione di documenti. Parallelamente la GenAI sta però già accelerando la necessità per gli studi legali e per i corporate legal office di creare una nuova generazione di professionisti tecnologicamente competenti. Queste attività legali dovranno assumere professionisti specializzati in aree quali innovazione, AI e tecnologie legali, analisi di dati, Cyber Security e compliance, project management, gestione dei processi e supporto ai clienti. Pertanto, se da un lato alcune posizioni diventeranno superflue, dall’altro molte tipologie di posizioni diventeranno essenziali.