Promuovere un’economia sostenibile attraverso la trasformazione digitale e green delle imprese è una delle sfide del nostro secolo (basti pensare al “caro bollette”, alla grave crisi energetica e ai Piani di emergenza presentati a livello europeo e nazionale). La transizione ecologica e la transizione digitale sono infatti diventate due obiettivi cardini che i Paesi membri dell’Ue, Italia compresa, hanno deciso di perseguire, poiché considerata uno snodo fondamentale per rilanciare l’occupazione e l’economia, dando uno slancio a produzione e investimenti.
Che cos’è la transizione ecologica? E cosa si intende per trasformazione digitale?
La doppia transizione – verde e digitale – è considerata come uno dei capisaldi della ripresa post Coronavirus, nonché una fonte di crescita e competitività per tutti i settori. Il concetto secondo il quale bisogna rendere le imprese più innovative e sostenibili, sfruttando le nuove tecnologie, non è solo diventato un pensiero diffuso, ma un’esigenza concreta.
Le soluzioni green e digitali diventano così due facce della stessa medaglia, strumenti di intervento per industria e impresa.
Transizione digitale e green: “fa bene all’impresa”
La Commissione europea promuove da tempo la trasformazione digitale come soluzione in grado di migliorare la competitività economica delle imprese, attraverso processi di digitalizzazione capaci di:
- rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità;
- consentire i cambiamenti necessari per una giusta transizione verde.
Un concetto, questo, che è stato ribadito anche nella Nuova Strategia industriale per l’Europa (New Industrial Strategy for Europe 2021), dove si sottolinea come la doppia transizione ecologica e digitale influenzi economia, società e industria in ogni loro aspetto.
Le nuove tecnologie, in questo senso, possono migliorare l'efficienza energetica, dare slancio all'economia circolare, assicurare una migliore allocazione delle risorse, ma anche ridurre le emissioni, l'inquinamento, la perdita di biodiversità e il degrado ambientale di un’azienda.
L’emergenza Covid, inoltre, ci ha messo di fronte ad una nuova realtà, confermando quanto l’innovazione digitale sia un fattore chiave nel processo di sviluppo economico. La crisi scatenata dalla pandemia ha comportato sfide continue per gli imprenditori, ma ha fatto emergere anche un enorme potenziale.
Secondo una recente analisi condotta da Unioncamere e Centro Studi delle Camere di Commercio, la pandemia ha accresciuto i divari territoriali, di genere, di età e fra i settori produttivi, ma il digitale deve considerarsi “la leva per ridurli”.
“Il digitale – si legge - fa bene alle imprese”
L’utilizzo delle nuove tecnologie limita infatti le differenze tra piccole e medio-grandi aziende, contribuisce a sostenere la governance delle imprese manifatturiere a conduzione familiare e, inoltre, agevola il recupero delle aziende dei servizi, più tartassate dal Covid.
Transizione digitale ecologica: dobbiamo essere pronti
Il sostegno dell'Ue alla ricerca e all'innovazione era già previsto attraverso vari programmi, come Horizon Europe, Next Generation EU e varie politiche di coesione, ora risulta rafforzato dal PNRR e dalle misure strutturali ad esso connesse e strettamente legate all’Agenda 2030, con obiettivi sfidanti sul piano digitale e ambientale. Per realizzare il cambiamento positivo richiesto e garantire la qualità dei risultati, tali interventi devono però essere integrati da investimenti degli Stati membri e del settore privato, con investimenti nella ricerca e nell'innovazione, nonché un'ulteriore cooperazione e allineamento tra Paesi nel finanziare e mettere in atto programmi congiunti di ricerca e sviluppo.
Vedi, appunto, il PNRR.
La Commissione europea ha proposto di istituire 10 nuovi partenariati con e tra i membri, mettendo a disposizione 10 miliardi di euro a partire dal 2021, a cui unire gli altri investitori.
Transizione digitale e PNRR
In questo contesto si inserisce il PNRR italiano, con il quale il Governo ha deciso di impegnarsi con investimenti e misure parziali a favore della neutralità climatica e la trasformazione green e digitale del settore impresa. L'obiettivo principale di questo programma è accelerare la transizione verso un’economia verde e circolare, climaticamente neutra e digitale, tale da rendere le imprese italiane più sostenibili e competitive.
Cosa si intende per digitalizzazione della pubblica amministrazione?
Un altro asset importante del PNRR è la digitalizzazione della PA con l’obiettivo di velocizzare i processi e di sviluppare un sistema di gestione digitalizzata della pubblica amministrazione. Grazie all'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) il lavoro degli enti sarebbe ottimizzato, offrendo agli utenti, sia privati cittadini, che imprese, servizi più rapidi ma anche nuovi servizi.
Transizione ecologica e digitale: quali i vantaggi?
Secondo gli ultimi rapporti dell'IEA (l’Agenzia Internazionale Energia), i mercati dell'efficienza energetica in più rapido sviluppo in Europa saranno Francia, Germania e Italia, con una crescita di oltre il 15% all'anno.
D’altronde, già nella maggior parte dell'Ue, si può osservare un vero e proprio cambiamento di paradigma verso economie a basse emissioni di carbonio e incentrate sull'utente, guidate da soluzioni digitali e flessibili integrate, che coinvolgono e rendono partecipe il consumatore finale.
La transizione digitale migliora l'esperienza del cliente e, più specificamente, facilita e rende possibile il risparmio energetico attraverso programmi di efficienza green più intelligenti.
Inoltre:
- aumenta notevolmente la capacità dei fornitori di servizi di interagire con l’utenza di riferimento, utilizzando social media, siti Web, smartphone, chiamate, e-mail, et.;
- riduce i costi per le utenze (costo da acquisire e costo da servire);
- permette di trovare soluzioni smart che consentono ai clienti di monitorare e controllare meglio i propri consumi, aumentandone l'utilità.
Oltre ai diversi vantaggi che derivano da un business più green e tecnologico, la digitalizzazione sta favorendo la creazione di nuovi modelli - piattaforme di servizi digitali, mercati, comunità digitali, apparecchiature energetiche connesse e servizi correlati - che potrebbero cambiare le regole del gioco, creando nuove opportunità (ma solo se sapute cogliere).
Chi si occupa della transizione verso la sostenibilità in azienda?
Ed è qui che entrano in gioco professionisti come gli HSE e i Sustainability Manager, ovvero del “Responsabile della sostenibilità” in azienda.
Il ruolo dei Sustainability Manager è quello di sostenere e trovare soluzioni - innovative ed economicamente competitive - in grado di rendere l’attività di impresa green, riducendone l’impatto ambientale.
Rivolgersi a Sustainability Manager può avvantaggiare un’impresa sotto diversi aspetti: prima di tutto, migliora la sua reputazione, riduce possibili contenziosi (come multe e sanzioni per azioni ambientalmente dannose) e, cosa altrettanto importante, aiuta a migliorare i profitti introducendo pratiche che riducono al minimo gli sprechi e massimizzano i risultati.
Gli HSE manager, invece, sono responsabili dei programmi di salute, sicurezza e ambiente (HSE) all’interno di un’organizzazione. Il loro obiettivo è quello di progettare e promuovere soluzioni, aggiornate rispetto le politiche HSE istituzionali, che tengano conto di rischi e delle eventuali attività cautelari e precauzionali. Si occupano quindi di gestione della sicurezza, compresa quella relativa alle trasformazioni digitali ed ecologiche (in questo articolo pubblicato su Teknoring si spiega in modo chiaro chi è l’HSE Manager).
Transizione digitale ed ecologica, un mercato in espansione
La rivoluzione digitale consente lo sviluppo di soluzioni energetiche intelligenti e la creazione di nuovi emergenti mercati da cui le aziende europee possono trarre profitto.
I servizi pubblici, i fornitori di apparecchiature energetiche, i fornitori di servizi di diversi settori, le start-up e gli utenti finali, quindi, si aspettano tutti di trarre valore aggiunto da questi nuovi servizi, compreso un risparmio sui costi e un minore impatto ambientale.
Una solida infrastruttura aziendale e IT combinata con l’abilità e le competenze degli HSE e i Sustainability Manager può oggi fare la differenza in ogni settore. La transizione ecologica e digitale non è più una causa solo per idealisti, ma un punto importante su cui imprese (piccole, medie e grandi) sono ormai chiamati a confrontarsi.
Basti pensare che, per il solo settore energetico, il valore totale della digitalizzazione per il solo settore energetico stimato dal World Economic Forum ammonta, tra il 2016 e il 2025, a circa 1,3 trilioni di dollari, a livello globale.
In questo senso, la transizione energetica, che combina lo sviluppo di energie rinnovabili, efficienza energetica e altre tecnologie e servizi a basse emissioni di carbonio, è destinata ad essere un mercato in rapida e continua crescita.