Aziende e enti investono sempre più in piani e strategie a supporto della diversità, alla multiculturalità e all’inclusione nella società e nei luoghi di lavoro, sia pubblici che privati. Questo è ciò a cui ci riferiamo con l’acronimo DEI: diversity, equity, inclusion:
- Diversity (Diversità): si riferisce alla varietà di prospettive, esperienze e identità in una comunità o organizzazione. È importante accogliere e valorizzare le differenze legate a razza, genere, etnia, orientamento sessuale, abilità e background culturale;
- Equity (Equità): consiste nell'eliminare le disuguaglianze e creare opportunità e accesso equo per tutti. Significa garantire che ogni individuo abbia ciò di cui ha bisogno per avere successo, non semplicemente trattare tutti allo stesso modo;
- Inclusion (Inclusione): mira a creare un ambiente in cui ogni persona si sente accolta, rispettata e coinvolta, promuovendo la partecipazione attiva di tutti, indipendentemente dalle loro differenze.
L’inclusività ha un impatto positivo sulle stesse: un’azienda che non presta attenzione all’inclusività del proprio capitale umano rischia di perdere competitività.
Dobbiamo ricordarci però che l’inclusività, oltre a una dimensione organizzativa, ha soprattutto una dimensione culturale. Certe convinzioni, idee, pregiudizi sono radicati nella società, e non basta imporre dall’alto pratiche inclusive per superarli, ma è il risultato di un processo più lungo.
Come può muoversi dunque un’organizzazione per applicare concrete pratiche di inclusione?